Me misero, me tapino! Sono stato turlupinato!
Se avete una certa familiarità con i fumetti Disney, riconoscerete sicuramente l'autore di queste frasi. Ebbene sì, si tratta di Zio Paperone. Nato dalla penna di Carl Barks nel 1947, Scrooge McDuck ha fatto davvero tanta strada. Nell'edizione italiana di Topolino e degli altri fumetti di casa Disney, il personaggio di Zio Paperone ha conquistato il grande pubblico anche grazie al suo lessico forbito. Molti lettori italiani, infatti, devono ringraziare il papero più ricco del mondo per aver insegnato loro nuovi vocaboli e modi di dire. Fra gli aggettivi che associo di più a questo personaggio, sono particolarmente affezionata a "satollo", che Paperone utilizza ogni volta che ha mangiato troppo. Ovviamente, quando si autoinvita da Paperino. A cose normali, come ben saprete, lo zione è piuttosto "parsimonioso" in fatto spese alimentari, altro aggettivo che lui adopera per definire se stesso e il suo rapporto con il denaro. Credo che i lettori di fumetti Disney, almeno per quanto riguarda l'edizione italiana, debbano tantissimo ai paperi e ai topi che popolano queste meravigliose storie e che, ormai da decenni, ci fanno emozionare e divertire. Un altro personaggio a me particolarmente caro è Pico De Paperis, il sapientone di famiglia. Il suo amore per la conoscenza lo ha portato ha conseguire un numero inimmaginabile di lauree, numero che non smette mai di crescere. Fra i suoi titoli possiamo ricordare: Frittellologia, Termodinamica dei soufflé, Galateologia & affini... L'elenco sarebbe ancora mooolto lungo, ma ho voluto ricordare queste lauree perché amo il modo in cui gli sceneggiatori Disney si divertono a giocare con le parole e con i titoli accademici. In generale, ciò che ho sempre amato dei personaggi Disney è l'uso di termini arcaici, dal sapore desueto, che però contribuiscono ad arricchire notevolmente il nostro modo di pensare e di esprimerci. Penso che un lettore Disney si riconosca facilmente: fin dall'infanzia, infatti, porta con sé una serie di espressioni e di parole che raramente troveremmo da altre parti. Un altro elemento che caratterizza queste sceneggiature è la totale assenza di linguaggio scurrile. Nelle storie un po' più vecchiotte, quelle che ho avuto modo di leggere in quanto residui dell'infanzia dei miei genitori, gli insulti erano più coloriti, tendenza che è andata a perdersi. L'anno scorso ho avuto modo di assistere a una bellissima presentazione da parte di Roberto Gagnor, uno degli autori della scuderia Disney che seguo con più interesse. Parlando delle sue sceneggiature, Gagnor ha ricordato che è proprio la presenza di alcuni vincoli, il fatto cioè di non poter parlare di argomenti come malattie, guerre o morte, che permette agli autori di essere così creativi. Di fronte all'ostacolo, la mente dello scrittore si deve attivare per trovare nuove soluzioni. E la lingua va di pari passo, alla ricerca di dialoghi e storie sempre più accattivanti, senza mai perdere il contatto con la realtà che circonda la carta stampata. Continuerò a leggere i fumetti Disney ancora per molti anni e spero che lo facciate anche voi!
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