Correva l'anno 2000 o giù di lì e una piccola nerd passava molti pomeriggi della sua esistenza a giocare ad 𝑨𝒈𝒆 𝒐𝒇 𝑬𝒎𝒑𝒊𝒓𝒆𝒔 𝑰𝑰 - 𝑻𝒉𝒆 𝑨𝒈𝒆 𝒐𝒇 𝑲𝒊𝒏𝒈𝒔.
Non vi preoccupate, questa breve storia edificante non è la pubblicità del secondo capitolo della fortunata 𝐬𝐚𝐠𝐚 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨𝐥𝐮𝐝𝐢𝐜𝐚, visto che prospera benissimo anche senza di me. Semmai è la storia di come alcune passioni, prima o poi, finiscano per incontrarsi e rendersi utili a vicenda. Quando, appunto, giocavo ad AoE II, sceglievo molto spesso il popolo 𝐠𝐢𝐚𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞𝐬𝐞. Ho sempre avuto una predilezione per questa cultura, che mi affascinava fin da ragazzina, anche grazie a manga e anime. Se avete un po' di dimestichezza con il 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐜𝐨, saprete che un'unità fondamentale è rappresentata dai civili addetti alla costruzione di edifici e strade, senza i quali la vostra civiltà non potrebbe nemmeno cominciare. Bene, i contadini giapponesi, così come quelli dei vari popoli disponibili, rispondevano ai comandi del 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 con brevi frasi o semplici parole. Anche se potevo intuire cosa volessero dire, magari aiutandomi con le lingue parlate da altre civiltà o banalmente con le azioni mostrate sullo schermo (raccogliere il grano, tagliare la pietra, recarsi in un certo punto della mappa...), quelle parole erano per me misteriose! Qualche mese fa mi sono finalmente decisa a imboccare il tortuoso sentiero dello 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐚𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞𝐬𝐞, un sentiero che mi porterà tanti dolori, di questo ne sono consapevole. Una piccola soddisfazione, però, è arrivata: alcune di quelle risposte iniziano ad avere un senso compiuto! 😅 Riascoltando le brevi frasi dei contadini di AoE e, perché no, anche quelle delle altre unità giapponesi, finalmente riesco a dipanare un po' della nebbia che le avvolgeva. Come dice il detto, ogni viaggio inzia con un passo!
0 Comments
Foto di Luisella Planeta LOVE PEACE β‘β‘ da Pixabay È l'ora della merenda.
Merenda è una delle parole italiane che amo di più. Non solo perché sono una persona molto golosa e approfitto di ogni scusa per fare spuntini, ma perché adoro l'origine di questa parola. Merenda, infatti, viene dal latino "merere", cioè meritare. La merenda, in quanto gerundivo del verbo merere, letteralmente indica "ciò che deve essere meritato". A metà di una mattinata o di un pomeriggio di traduzioni, poi, c'è proprio bisogno di una piccola pausa golosa. Tradurre non è un lavoro fisicamente stancante, è vero, ma il cervello lavora eccome. Se faccio merenda, quindi, è perché me la merito! È sabato pomeriggio e ti stai annoiando.
Cosa puoi fare per scacciare il tedio? Ma è ovvio, guardare questa serie su Netflix! 😁 𝐃𝐫𝐞𝐚𝐦 𝐏𝐨𝐧𝐲 - 𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐨 ti aspetta... con i suoi sottotitoli italiani! |
|