I dialetti italiani al cinema e in TV.
Qualche giorno fa, in un mercatino di libri usati, ho messo le mani sul primo volume del Dizionario dei dialetti d'Italia. Questo piccolo ma utilissimo dizionario è uscito per la prima volta nel 1983, non proprio l'altro ieri. Eppure il suo scopo, quello di preservare l'immenso patrimonio di dialetti che caratterizza la nostra penisola, risulta ancora condivisibile. Mi sono allora venuti in mente alcuni esempi di traduzioni e adattamenti italiani che hanno scelto di avvalersi proprio dei dialetti per restituire le numerose varietà linguistiche presenti nel testo di partenza. Come traduttrice di audiovisivi, l'avrete già capito, i primi esempi a cui ho pensato provengono proprio dal mio ambito. Non starò qui a soffermarmi sull'adattamento italiano de I Simpson, anche se rappresenta uno dei casi più noti, ma dobbiamo ammettere che questo adattamento è uno dei più famosi mai realizzati nel nostro Paese. Tale scelta è stata spesso oggetto di controversie, o la si ama o la si odia. Alcuni professionisti del settore, così come alcuni spettatori, adorano l'uso di dialetti e regionalismi al posto di una determinata lingua straniera. Altre persone, invece, proprio non tollerano questa "intrusione" e percepiscono la presenza del dialetto o di uno spiccato accento regionale come un tentativo forzato di addomesticamento del prodotto in questione. Voi cosa ne pensate? È giusto usare dialetti e regionalismi nelle nostre traduzioni?
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
Details
Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
May 2023
Categories |