Foto di Christoffer Borg Mattisson da Pixabay Donne e calcio. Il calcio femminile italiano ha da poco ottenuto una piccola ma grande conquista, quella del professionismo in Serie A. No, il mio post non vuole parlare (solo) di calcio. Come traduttrice, infatti, mi è da poco capitato di occuparmi del "problema" dei nomi femminili in ambito calcistico. Se, infatti, la lingua inglese non presenta questa difficoltà, rendere in italiano i ruoli delle giocatrici può rivelarsi un'impresa mica da ridere. Come analizzato da Vera Gheno in un interessante articolo, la lingua italiana sembra ancora molto reticente a declinare i nomi del calcio in versione femminile. Portiere o portiera? Arbitro o arbitra? La questione è complessa e ancora molto dibatutta. Come traduttrice e come donna spero che a evolversi in fretta siano entrambi gli ambiti, sia il calcio sia la lingua italiana. Spero che il professionismo diventi presto la regola per le varie categorie di calcio e non solo, con parità di compensi economici e di trattamento. Spero che lo sport femminile possa finalmente ricevere le stesse attenzioni di quello maschile. I cambiamenti, grandi o piccoli che siano, passano anche attraverso la lingua che parliamo.
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