Ho un'intervista di lavoro. Ho inviato la mia applicazione. Due frasi, due errori. Se fosse un quiz a premi, ora partirebbe il suono di un enorme pulsante rosso, pronto a squalificarmi dal gioco. Sono sicura che in tanti, non solo fra i colleghi traduttori, siano stufi di certi orrori linguistici che infestano l'ambito lavorativo, sia nello scritto sia nel parlato. Mi riferisco a quella pletora di calchi e prestiti che rientrano nel cosiddetto "itanglese", una creatura ibrida fra inglese e italiano che vive e si nutre della pigrizia dei parlanti. Lo so, andiamo di tutti di fretta. Siamo sempre di corsa e le nostre parole sembrano dover sottostare agli stessi ritmi incessanti. Non c'è tempo per tradurre, per articolare i pensieri in modo complesso e organizzato. È molto più facile usare, anzi, ab-usare di una parola già pronta, già confezionata, che consente il minimo sforzo e il massimo (?) rendimento. Non dico tutto questo per ergermi a paladina della lingua italiana, per quello esistono già persone e istituzioni più qualificate di me. Però vorrei chiedere a tutti di rallentare. Fermiamoci, ogni tanto, e poniamoci la seguente domanda: questa parola esiste anche nella mia lingua? Il più delle volte, se ci pensate, la risposta è sì. E ora mi rivolgo a voi: qual è il termine itanglese che proprio non sopportate? Sono curiosa!
2 Comments
Maristella
30/6/2021 21:52:15
In ufficio, attività schedulata, inbam ito covid "green pass"
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Francesca
1/7/2021 08:57:12
"Schedulata", terribile!
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
August 2023
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