Leggere, rileggere, tradurre e poi correggere.
Sono azioni abituali per noi traduttori, così abituali da farci credere che la traduzione possa essere una sorta di preparato chimico il cui risultato è sempre garantito. Ma per fortuna o purtroppo, le cose non stanno così. Ogni traduzione è un mondo a sé, un piccolo universo fatto di idee, dinamiche e regole diverse, in cui spesso ci troviamo a mettere in discussione tutto ciò che davamo per scontato. A differenza di una formula matematica, un testo creativo può essere tradotto in molteplici modi, a seconda della sensibilità del traduttore/traduttrice e delle proprie esperienze. Come il termine greco φάρμακον (pharmakon), che tra i suoi significati comprende sia rimedio sia veleno, così ogni traduzione è un sapiente equilibrio di ingredienti da dosare con attenzione. Tradurre (bene) non è semplice. Non ci sono schemi precisi o metodi infallibili capaci di garantire un risultato efficace. Ma il fascino della traduzione risiede proprio qui. Se il risultato di ogni traduzione fosse già scritto, non avrebbe senso provare a rendere nella propria lingua quell'insieme di emozioni, pensieri e sensazioni che è nostro compito veicolare con le parole.
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
November 2023
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