Possiamo usare un linguaggio inclusivo senza ricorrere allo schwa e agli asterischi.
Può sembrare fantascienza pura, ma la lingua italiana ci permette di esprimerci in modo inclusivo e, al tempo stesso, di comunicare in modo efficace. L'utilizzo di schwa e asterischi, almeno per il momento, non risulta alla portata di chi usa i social in modo distratto. Se vogliamo raggiungere un pubblico medio e farlo in modo immediato, credo che non sia ancora possibile optare per le due soluzioni con cui ho aperto questo post. È vero, ricorrere a giri di parole e sinonimi richiede più tempo, ma i nostri sforzi saranno ricompensati. La lingua italiana è ricca di termini e verbi che possiamo utilizzare per evitare di rivolgerci a un genere specifico, basta solo fare un po' di attenzione. "Ti diamo il benvenuto", per esempio, è un ottimo modo per non specificare il genere a cui ci stiamo riferendo, anzi, per comprendere più generi. "Corpo docente" è una valida soluzione per riferirsi a chiunque insegni in una determinata scuola o istituzione. Come traduttrice di audiovisivi, ritengo fondamentale adottare strategie per rivolgersi a tutti i gamer, non solo a quelli di sesso maschile. Una semplice frase come "Vuoi davvero uscire dal gioco" rappresenta l'esempio perfetto di inclusività, senza il bisogno di ricorrere a simboli o lettere non ancora alla portata di un pubblico generico.
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
August 2023
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