Tradurre per l'infanzia. A piece of cake, giusto?
Niente affatto! Ogni volta che mi capita di tradurre un contenuto per l'infanzia, di solito un programma TV o un cartone animato, mi rendo conto di quanto sia difficile adattare il linguaggio e il registro agli spettatori più piccoli. Fra le difficoltà che mi vengono in mente, credo che queste siano le più frequenti: - semplice non vuol dire stupido --> adottare un linguaggio semplice non significa dover impoverire il contenuto che stiamo traducendo - censura --> la lista delle parole e delle espressioni da evitare è piuttosto lunga, ça va sans dire. - caratteri --> anche se i caratteri a disposizione per ogni sottotitoli possono essere gli stessi di un programma per il pubblico adulto (per esempio i canonici 42), mi chiedo sempre se non sia il caso di rimanere un po' al di sotto del limite consentito, così da non affaticare troppo la lettura dei piccoli spettatori. - apprendimento --> guardare un programma TV o cartone animato in lingua originale con i sottitoli in italiano può essere un'ottima occasione per avvicinare i bambini all'apprendimento di una lingua straniera. Come traduttori e traduttrici, ovviamente, abbiamo la responsabilità di agevolare questo compito. - divertimento --> i programmi per bambini hanno come scopo, il più delle volte, l'intrattenimento. Non possiamo limitarci a tradurre questi contenuti, ma dobbiamo fare il possibile per mantenerne inalterate le gag e i passaggi comici.
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
August 2023
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