Ricordate quando, alle elementari, vi ponevano la fatidica domanda: "Che lavoro vuoi fare da grande?".
Ingegnere aerospaziale, veterinario, vigile del fuoco, camionista, chirurgo... La fantasia dei bambini si sbizzarrisce e vola verso professioni più o meno facili da raggiungere, magari in linea con l'ultimo film o cartone animato visto. Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto due priorità: 1. guadagnarmi da vivere scrivendo 2. lavorare da casa Certo, a otto anni avrei probabilmente risposto: "Da grande farò la poetessa". Oppure: "Ma è ovvio, la giornalista!". Alcune cose cambiano, con il passare del tempo, ma nel mio caso non è assolutamente cambiata la volontà di rispettare i due obiettivi che mi ero prefissata. Terminata anche la parentesi adolescenziale (peraltro poco realistica) del "Farò l'attrice teatrale e sceneggiatrice", ho iniziato seriamente a pensare al lavoro che mi avrebbe permesso di raggiungere quei due scopi. Dato che lavoro come traduttrice freelance ormai da alcuni anni, ho deciso di buttare giù due righe per analizzare quello che mi piace di più di questa professione e quello che, invece, potrei/dovrei cambiare. Se anche voi lavorate come freelance o state pensando di farlo, seguitemi in questa avventurosa lista. Perché amo lavorare da freelance Prima di tutto, come anticipato al punto due dei miei desideri infantili, lavoro da casa. Questo significa che sono libera di: 1. organizzare le mie giornate come meglio credo 2. vestirmi come desidero, di solito in tuta 3. accettare le traduzioni che rispettano i miei requisiti professionali 4. arredare il mio studio in stile Batman/Star Wars senza che nessuno abbia da ridire 5. fare pause quando lo ritengo necessario Detto così, me ne rendo conto, sembra tutto rose e fiori. Ma per poter godere appieno dei cinque punti che ho elencato, va detto che è necessaria una notevole disciplina. Sì, perché lavorare in tuta non significa trascurarsi, ma solo essere più comodi. Poter fare una pausa non significa aprire il frigorifero ogni due secondi o guardare tutti i video che ci propone YouTube. Ultimo ma non ultimo, organizzarsi come meglio si crede implica saper gestire il proprio tempo, non solo a breve ma anche a lungo termine. Se non siete in grado di lavorare autonomamente e sapete che Netflix o Disney Plus sono una tentazione troppo golosa, lasciate perdere. Optate per un lavoro in cui sia qualcun altro a organizzarvi orari, giornate, pause pranzo e ferie. Non esiste una strada migliore di un'altra o un lavoro migliore dell'altro: esiste lo stile di vita che fa per noi e quello che, invece, dobbiamo evitare come la peste. Ora che ho elencato i motivi per cui amo alla follia il mio lavoro, passiamo alle note dolenti. Il rischio più grande, quando si lavora da casa, è quello di non riuscire a smettere! Anche dopo 8/9 ore al computer, davvero non voglio lasciare andare la mia traduzione. Ancora una frase, giusto per finire il discorso. Ancora un paio di sottotitoli, così finisco la scena. E invece, a una cert'ora, dovremmo interrompere qualsiasi attività e metterci a fare altro. Altro grande problema di noi freelance: gestire la contabilità! Sì, perché come imprenditori di noi stessi, dobbiamo inviare una marea di fatture e non far impazzire il commercialista. Dato che il freelance esercita, molto spesso, una professione creativa (traduttore, grafico, disegnatore...), non è sempre in grado di coniugare le parole "creatività" e "razionalità". O almeno, questa è la mia esperienza. Lavorare da casa, dunque, presuppone una notevole organizzazione. Ho una buona notizia per quelli di voi che vogliono intraprendere una professione da freelance: anche questa capacità di affina con il tempo. Come per molti ambiti della vita, c'è solo bisogno di allenamento. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, riusciamo a trovare i nostri ritmi e i nostri spazi e dedicarci anche ad altre attività. Vi ho convinti? Vi ho spaventati? Fatemelo sapere!
5 Comments
Francesca Perozziello
1/12/2020 16:55:33
Ciao Vale! Le strade sono grosso modo due: 1. Un percorso di studi a scelta, seguito da un master in traduzione. 2. Una triennale in mediazione linguistica. Sconsiglio lingue e letterature straniere perché, da sola, non basta a dare questo tipo di formazione (senza il master, intendo). :)
Reply
Valentina
6/7/2021 17:54:12
Grazie per la risposta :) me l'ero completamente persa..! Quindi avendo già una laurea triennale potrei aggiungere un master in traduzione. Ce ne sono alcuni più consigliati di altri? L'ambito che mi piace è (ovviamente XD) simile al tuo: videogiochi, serie tv, boardgames, comics...
Baiocco
1/12/2020 18:39:48
Buonasera Francesca, volevo sapere se esiste un limite di età per raggiungere questa tua paradisiaca situazione lavorativa. Ogni punto che hai elencato corrisponde ai miei desideri professionali futuri. Non mi è gradita la gente, le pandemie e i datori di lavoro. Mi sentirei, pertanto, completamente a mio agio in una professione che mi saprebbe proteggere da queste terribili minacce esterne. Ti ringrazio per ogni tuo consiglio. Sia dolce la tua serata.
Reply
Francesca Perozziello
1/12/2020 23:31:50
Grazie mille! :) Eh sì, è uno stile di vita che si addice a questi tempi!
Reply
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
Details
Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
August 2023
Categories |