In cui si narra dei traduttori e della loro routine sportiva. Sport e quarantena.
In questo periodo così particolare, non passa giorno senza che io mi imbatta in qualche tutorial relativo agli allenamenti in casa. Dallo yoga al fitness, dalla zumba alla kickboxing, c'è un vero florilegio di esperti pronti ad aiutarci a superare queste settimane senza perdere le energie fisiche e mentali. Noi traduttori, grandi amici di scrivanie e comode poltrone, tendiamo a impigrirci. A fine giornata, con gli occhi affaticati dalle mille ore al PC, spesso ci dimentichiamo di concederci un po' di tempo da dedicare all'attività fisica. Anche se, di solito, istruttori e maestri corrono in nostro aiuto, queste settimane rischiano di compromettere il lavoro fatto nell'ultimo anno. Nessuno di noi ha, penso, l'ambizione di diventare Arnold Schwarzenegger: abbiamo già le nostre cartelle e i video da tradurre, senza decidere di accumulare muscoli mastodontici in ogni parte del corpo. Ma dobbiamo ammettere che un po' di sano sport, a fine giornata, può alleviare la monotonia della quarantena. Manubri, cavigliere, bottiglie d'acqua, tappetini da yoga... tutto può servirci! Anche fare sollevamento pesi utilizzando il gatto. Be', forse non ne sarà felicissimo, però è un'idea! In questo mese, dovendo fare a meno della scherma e delle lezioni di yoga, ho riscoperto l'allenamento domestico. Si tratta di un'ottima valvola di sfogo, in grado di farmi dimenticare (anche solo per un'ora o poco più), tutti i problemi e lo stress della giornata lavorativa. Sottotitoli, frasi idiomatiche, clienti insistenti, fatture da inviare... tutto sembra svanire! Ripeto, non penso di diventare la novella Schwarzy, ma almeno cerco di salvaguardare la mia salute fisica e psichica. Elemento fondamentale, per allenarsi in casa, è la musica. Mi sono accorta di aver riscoperto artisti che ascoltavo da bambina (e non mi vergogno a dirlo). Backstreet Boys e Shania Twain, per citarne due, fanno parte della mia routine sportiva. Per darci la giusta motivazione, non c'è niente di meglio delle canzoni che conosciamo a memoria. Avete un giardino di cui prendervi cura? Perché no, anche quella può essere un'ottima idea per mantenersi in forma. Se invece preferite allenarvi in casa o non avete spazio all'aperto, vi consiglio di rispolverare i video di Jane Fonda. Anche se è passato qualche anno, le lezioni della mitica Jane sono ancora molto valide. Ora torno a tradurre... buon lavoro e buon allenamento a tutti!
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Per quanto sia difficile, saper dire di no è fondamentale. Il traduttore freelance e il tempo. Un rapporto non sempre armonioso.
Accettare o non accettare la traduzione? Questo è il dilemma. Che faccio? Accetto l'ennesimo incarico, anche se ho già dieci traduzioni da consegnare entro venerdì? Se lavorate come liberi professionisti, vi sarete posti questa domanda un milione di volte. La settimana inizia con l'email di un cliente storico, il quale vi chiede di sottotitolare alcuni video. Poi vi contatta un altro cliente, non meno importante, che vi implora di tradurre nuove porzioni di un progetto al quale lavorate ormai da tempo. Arriva la mail di un nuovo, potenziale cliente, che vuole sapere se siate disposti a sostenere una prova di traduzione. E voi, che ronzate attorno a quell'agenzia da mesi, vi sentite come le api al miele. Vuoi non accettare una breve prova? A furia di accettare, ecco che l'agenda è già piena. Sì, perché il grande problema di noi freelance è che amiamo il nostro lavoro alla follia. Questo fa sì che, troppo spesso, ci troviamo a non sapere dire di no. Ma siamo sicuri che accettare tutti gli incarichi proposti sia sempre la soluzione migliore? La domanda mi frulla in testa da diverso tempo, ed ecco cosa ne penso. Sicuramente il nostro conto in banca sarà molto felice, ma non possiamo dire lo stesso del nostro stato di salute. Vale davvero la pena di sacrificare il tempo che dovremmo dedicare al prezioso riposo, o magari ad amici e parenti, pur di accettare l'ennesima traduzione? Credo proprio di no. Saper dire di no ci permette di prestare maggiore attenzione agli incarichi già accettati, con la sicurezza di consegnare un lavoro impeccabile. Saper dire di no fa capire al cliente che il nostro tempo è prezioso, e che prima di accettare un incarico vogliamo valutare la situazione nel complesso. Questo ci rende professionisti affidabili e con i piedi per terra. Vi sembra poco? Saper dire di no ci ricorda, ogni tanto, che oltre al lavoro esiste un mondo, là fuori. Non c'è niente di male, nell'avere un hobby o una passione. Anche se questa passione è ascoltare le canzoni di Justin Bieber. Saper dire di no, quindi, dà maggior valore a noi stessi e al nostro tempo. Ricordiamoci di dire "no"! |
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
May 2023
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