You have dreams of glory. I am pretty sure it happens to you as well. After delivering a project you are particularly proud of, you find yourself thinking how far this will take you. And that's when the mental movie begins. A famous TV host, in a David Lettermanish style, invites you to talk about your personal story and background. You have the chance to talk about a translator's daily life, their difficulties and achievements, as well as how much they contribute to everyone's lives. Okay, maybe it is a bit too much, but I love mental movies. I think they are an innocent way to reward ourselves after completing a challenging task. Do you win Academy Awards and Nobel prizes in your wildest dreams?
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Human After All. As a famous song by Daft Punk says, we're human, after all. Translators spend so many hours working on their computers, most of the time isolated from the world outside. That is why, once in a while, a Zoom or a Skype call with other fellow translators or PMs can be precious for our mental health. Yesterday, I realized how important it is to chat with a colleague or potential client to discuss a project. Although I usually prefer written communication, I must admit that some face-to-face chatting can be good for even the most reserved people. After all, there are other human beings on the other side of the screen. Foto di Gino Crescoli da Pixabay A client has just contacted you to translate a new translation project.
Before accepting it, you should ask yourself the following questions: Have I already worked with this client? Do I manage this particular field? Do I have enough time to complete it? Is the proposed rate acceptable? If one of the above questions has a negative answer, think twice before accepting. Foto di Christoffer Borg Mattisson da Pixabay Donne e calcio. Il calcio femminile italiano ha da poco ottenuto una piccola ma grande conquista, quella del professionismo in Serie A. No, il mio post non vuole parlare (solo) di calcio. Come traduttrice, infatti, mi è da poco capitato di occuparmi del "problema" dei nomi femminili in ambito calcistico. Se, infatti, la lingua inglese non presenta questa difficoltà, rendere in italiano i ruoli delle giocatrici può rivelarsi un'impresa mica da ridere. Come analizzato da Vera Gheno in un interessante articolo, la lingua italiana sembra ancora molto reticente a declinare i nomi del calcio in versione femminile. Portiere o portiera? Arbitro o arbitra? La questione è complessa e ancora molto dibatutta. Come traduttrice e come donna spero che a evolversi in fretta siano entrambi gli ambiti, sia il calcio sia la lingua italiana. Spero che il professionismo diventi presto la regola per le varie categorie di calcio e non solo, con parità di compensi economici e di trattamento. Spero che lo sport femminile possa finalmente ricevere le stesse attenzioni di quello maschile. I cambiamenti, grandi o piccoli che siano, passano anche attraverso la lingua che parliamo. A quick reminder: translation is not my hobby. Being a doctor is not a hobby, being an architect is not a hobby, and the same goes for any other occupation, whether intellectual or manual. So, please stop asking me if I am a full-time translator or if I translate when I don't know what else to do. I pursue many hobbies in my spare time, but none of them involves translation. Recita il proverbio: "l'erba del vicino è sempre più verde". Questa mattina, tagliando l'erba del mio prato, ho pensato a quanto il vecchio detto sia più attuale che mai. Non mi riferisco solo al mondo della traduzione, ma a quello dei social in generale e al modo in cui percepiamo le vite degli altri. Anzi, al modo in cui percepiamo le nostre vite paragonandole a quelle degli altri. Ho letto tanti post e diversi articoli interessanti che cercano proprio di aiutarci a non guardare il praticello altrui, ma a volte risulta davvero impossibile non farlo. Ci troviamo nella condizione costante di poter osservare il giardino del vicino, i suoi fiori e i bordi ben curati. Insomma, non c'è erba splendente e rigogliosa come quella delle case accanto! Ma è davvero così? O meglio, il nostro praticello è tanto brutto, rispetto agli altri? Questa è la mia riflessione di oggi. Il continuo bombardamento di volti sorridenti, storie di successo e persone realizzate non fa che alimentare la terribile tendenza al paragone. Esiste un confronto sano, quello che ci fa dire: "quanto ammiro questo professionista, vorrei fare come lui/lei!". C'è poi il confronto malsano, quello che spinge a trovare solo difetti nel nostro percorso e operato, quello che fa percepire le conquiste altrui come più importanti rispetto alle nostre. Lo so, non è possibile cambiare le dinamiche dei social dall'oggi al domani. La mia speranza è che possano essere usati non solo come vetrina scintillante per la propria merce, ma anche come spazio per dialogare, conoscersi e parlare di interessi comuni senza sfociare nella gara a chi ha il praticello più verde. |
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