Sottotitoli nella vita reale.
Non è una proposta, è quello che mi succede abitualmente dopo una giornata passata davanti allo schermo del PC. A furia di sottotitolare video, finisco per immaginarmi le frasi che sento e che dico come fossero parte di un grosso software di sottotitolazione. Mi sembra persino di vedere le ripetizioni da eliminare e i cartelli per indicare chi parla. Quando si dice "essere tutt'uno con il proprio PC". Succede anche a voi? Sono curiosa!
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Foto di Gerhild Klinkow da Pixabay CAT tool e traduzioni. A differenza di quanto ci suggerisce Google Traduttore, i CAT tool non sono strumenti per gatti. O meglio, sono anche per loro, visto che gli amici felini hanno l'abitudine di insediarsi sui computer di traduttori e traduttrici. Nei giorni scorsi ho avuto modo di pensare a quanto i CAT tool siano utili nel mio lavoro di tutti i giorni. Certo, non posso utilizzarli per i sottotitoli o per la traduzione dei dialoghi, ma devo ammettere che il loro contributo è fondamentale nella traduzione di molti videogiochi e applicazioni. Negli ultimi anni, infatti, i software di traduzione assistita hanno fatto passi da gigante. Ma questo non vuol dire che ci debbano sostituire: sta a noi professionisti capire come sfruttarli al meglio. Ci sono diversi settori in cui tali software sono ormai indispensabili. Ci consentono di accelerare il lavoro e, di conseguenza, di accettare incarichi più corposi. Se utilizzati in maniera corretta, questi strumenti tecnologici si rivelano un valido aiuto per il professionista della traduzione. Tradurre le cosiddette lingue morte è un ottimo esercizio di traduzione. Non amo particolarmente l'aggettivo "morte" perché si tratta pur sempre di lingue che hanno avuto, come tutte, una loro evoluzione e uno stretto legame con i popoli che le parlavano. Qualche giorno fa, rispondendo a un bel commento di Beatrice Ceruti su un mio precedente post, mi sono venute in mente le numerose versioni di greco e latino affrontate negli anni del liceo. Forse, leggendo questo post, qualcuno di voi ripenserà con orrore ai cinque anni trascorsi su quei pesanti dizionari e i relativi libri di grammatica. È vero, anche io non avevo certo 9 e 10 in quelle materie, anzi... Eppure, a distanza di qualche anno dal mio diploma (non chiedetemi la data esatta), posso affermare che le famigerate versioni di latino e di greco sono state un ottimo esercizio per la traduttrice che sarei diventata un giorno. La razionalità del latino e le mille sfumature del greco mi hanno permesso di approcciarmi ai videogiochi, alle serie TV e ai film che traduco con uno sguardo diverso, forse più aperto, e non smetterò mai di ringraziare quelle lingue antiche per il loro contributo. Adesso passo la palla a voi, cari traduttori e care traduttrici della mia rete: cosa ne pensate? |
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