Ho un'intervista di lavoro. Ho inviato la mia applicazione. Due frasi, due errori. Se fosse un quiz a premi, ora partirebbe il suono di un enorme pulsante rosso, pronto a squalificarmi dal gioco. Sono sicura che in tanti, non solo fra i colleghi traduttori, siano stufi di certi orrori linguistici che infestano l'ambito lavorativo, sia nello scritto sia nel parlato. Mi riferisco a quella pletora di calchi e prestiti che rientrano nel cosiddetto "itanglese", una creatura ibrida fra inglese e italiano che vive e si nutre della pigrizia dei parlanti. Lo so, andiamo di tutti di fretta. Siamo sempre di corsa e le nostre parole sembrano dover sottostare agli stessi ritmi incessanti. Non c'è tempo per tradurre, per articolare i pensieri in modo complesso e organizzato. È molto più facile usare, anzi, ab-usare di una parola già pronta, già confezionata, che consente il minimo sforzo e il massimo (?) rendimento. Non dico tutto questo per ergermi a paladina della lingua italiana, per quello esistono già persone e istituzioni più qualificate di me. Però vorrei chiedere a tutti di rallentare. Fermiamoci, ogni tanto, e poniamoci la seguente domanda: questa parola esiste anche nella mia lingua? Il più delle volte, se ci pensate, la risposta è sì. E ora mi rivolgo a voi: qual è il termine itanglese che proprio non sopportate? Sono curiosa!
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New week, new keyboard. Today I've started working with a brand new tool! A few days ago, I received this gorgeous mechanical keyboard as an anniversary gift from my husband. I've always been a huge fan of Logitech products, especially of Logitech headphones, and I can't wait to use this tool. Despite being designed for gamers, it works really well also for audiovisual translators. In fact, you don't have to press the keys hard, you only need to touch them! As an audiovisual translator and a gamer as well, I'm pretty sure my work will benefit enormously from this tool. ✨ Oggi, 16 giugno 2021, sbarca su Netflix Law School, serie TV sudcoreana ambientata in una prestigiosa Facoltà di Legge. ❗️ Tre buoni motivi per non lasciarsi sfuggire questa serie originale Netflix: 1. Vi terrà con il fiato sospeso 2. Il cast è di altissimo livello 3. La sottotitolazione italiana è a opera di Paola Forcellini, Francesca Perozziello e Carlotta Capobianco 🎬Sì, parlo in terza persona come Giulio Cesare, ma lo faccio perché ci tengo a farvi conoscere questa serie che noi traduttrici abbiamo amato alla follia. Buona visione! Inviare una traduzione è un po' come salutare un amico che va a lavorare dall'altra parte del mondo. Nonostante videochiamate, messaggi e email, sarà comunque lontano migliaia di chilometri. È come se un pezzetto di noi se ne andasse per qualche tempo in un luogo irraggiungibile. Ecco, quando premo il tasto "Invia" e saluto la mia traduzione, avverto spesso questa sensazione. Dopo aver trascorso giorni, settimane o addirittura mesi in compagnia degli stessi personaggi, salutarli è davvero difficile. Anche se vivono nel regno della fantasia (detto così ricorda molto gli Orsetti del cuore), i personaggi a cui diamo voce assumono caratteristiche molto concrete. Noi traduttori dobbiamo calarci nel testo, assaporarne ogni sfumatura e particolare, e per farlo è necessario che le storie e i dialoghi sembrino veri. Che risultino credibili. Studiamo nel dettaglio sogni, paure e aspirazioni dei personaggi e curiamo la resa delle loro storie. Sarà per questo che avvertiamo un po' di nostalgia quando arriva il momento di inviare i testi al cliente. Vi capita mai di provare questa sensazione? Lavorare da freelance permette di avere clienti in tutto il mondo. Fra gli aspetti che amo di più del mio lavoro c'è proprio la possibilità di avere clienti sparsi ai quattro angoli del pianeta. Qualche giorno fa, riflettendo su questo aspetto della mia professione, mi sono resa conto di avere solo pochissimi clienti con sede in Italia. La cosa non mi ha affatto rattristata, anzi! Il fatto che le traduzioni a cui lavoro con tanta passione provengano da luoghi ben lontani rispetto a quello in cui vivo mi ha riempita di felicità. Il compito di noi traduttori e traduttrici, infatti, è quello di divulgare opere che sono state pensate e scritte in un'altra lingua e che appartengono a un'altra cultura. Mi piace pensare che le traduzioni possano avvicinare popoli lontani geograficamente. Forse peccherò di presunzione, ma credo che i traduttori e le traduttrici siano dei veri e propri "traghettatori" di lingue e culture. Ho da poco recuperato, grazie a una nota piattaforma, uno dei miei film preferiti.
Si tratta de I visitatori, pellicola del 1993 diretta da Jean-Marie Poiré e considerata fra i film francesi di maggior successo di sempre. Per chiunque sia interessato al mondo della traduzione e dell'adattamento dei dialoghi, questo film rappresenta una vera e propria perla. Un cavaliere senza macchia e senza paura, Goffredo l'Ardito (Jean Reno), viene catapultato nella Francia dei giorni nostri (o meglio, del 1993) insieme al suo valoroso scudiero, Jean Cojon detto il Marpione (Christian Clavier). Le abitudini e il modo di parlare di due uomini medievali non corrispondono esattamente a quelli contemporanei, il che fa scaturire un effetto domino di equivoci e brutte figure, che più di una volta riescono a far sentire in imbarazzo persino lo spettatore. L'adattamento italiano, a mio avviso uno dei migliori adattamenti mai realizzati (se non il migliore), riesce pienamente nel suo obiettivo. Il linguaggio forbito e arcaico di Goffredo si pone da subito in contrasto con quello dei giorni nostri, aumentando a dismisura l'effetto comico. La sceneggiatura punta tutte le sue carte sull'effetto di meraviglia e sdegno che la modernità suscita nel cavaliere medievale, il cui motto è "Ch'io deceda se recedo!". Nel ruolo della spalla comica troviamo Christian Clavier, noto al grande pubblico per la saga di Asterix, a cui sono affidate le gag più fisiche e scurrili. Il doppiaggio italiano si avvale di Gigi Proietti e Leo Gullotta, che prestarono le voci rispettivamente a Reno e Clavier. Le loro ottime performance attoriali hanno contribuito non poco alla godibilità di questo film, i cui dialoghi risultano brillanti anche a distanza di quasi trent'anni. Nonostante le mie ricerche, non sono riuscita a capire chi sia l'autore dei meravigliosi dialoghi italiani. Se fra voi lettori c'è qualcuno che ha svelato l'arcano, non abbia paura e me lo faccia sapere. E ora... "Tacchi, messere, tacchi!" |
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Francesca PerozzielloLe mie riflessioni sul mondo della traduzione e non solo. Archives
August 2023
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