Foto di Alexander Mils su Unsplash La prima crostata è sempre un disastro. Chiaramente non mi riferisco a quella nella foto, talmente bella da farmi venire voglia di mangiarmela con tutti i suoi pixel. Qualche giorno fa ho ripensato a una frase che la mia maestra di italiano ripeteva spesso: "La prima volta che fai una crostata, sicuramente ti riuscirà male. La seconda crostata sarà migliore, la terza anche. Tentativo dopo tentativo, insomma, alla fine verrà fuori una crostata degna di questo nome". La storia della crostata mi è rimasta impressa, forse perché ero bambina o forse perché, semplicemente, è un bellissimo esempio che si applica a tantissimi ambiti della vita. Spesso, infatti, pretendiamo che le cose ci riescano al primo tentativo. I fallimenti e gli insuccessi sono visti come una sconfitta terribile e irreparabile, ma difficilmente pensiamo che la strada è lunga e servono tante crostate prima di arrivare a quella perfetta. A volte, addirittura, la crostata perfetta potrebbe non arrivare, ma sarà comunque migliore della prima!
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La tizia strana che guarda serie TV a giornate invece di lavorare.
In estate lavoro spesso con la finestra aperta, un po' per contrastare il caldo e un po' per ricordarmi che fuori c'è il mondo. Mentre sono indaffarata a digitare sulla tastiera, sento la vita scorrere con tutti i suoi rumori: vicini che tagliano l'erba, gente che va a fare una passeggiata, bambini che urlano e giocano. Ogni tanto il mio pensiero va proprio ai vicini e, in generale, agli adulti che camminano nelle vicinanze di casa e sentono provenire dal mio studio le voci più disparate, che siano urla, pianti o risate, persone che si azzuffano e strani animali che emettono versi. Quando ti guadagni da vivere traducendo audiovisivi, può capitare che i vicini ti scambino per una bizzarra creatura che vive tappata in casa e passa il tempo a guardare la TV invece di lavorare. Questa, almeno, è la sensazione che provo più di una volta al giorno, specie se i personaggi sullo schermo si confrontano animatamente in giapponese e fuori c'è un'allegra famigliola che discute di cosa mangiare a pranzo. 😅 Castello di Eilean Donan, 2024. Quest'anno, dopo cinque anni, sono tornata nella mia adorata Scozia, una terra che amo profondamente. Terminato un lungo anno di traduzioni, revisioni e mille impegni, ho finalmente chiuso il PC per alcuni giorni e ho attivato la modalità vacanza. Settembre è alle porte, la mia postazione è tornata pienamente attiva e il nuovo anno lavorativo è già cominciato. Ho sempre preferito questo periodo dell'anno per ripartire con i nuovi propositi e anche il 2024 non fa eccezione! Serie TV, videogiochi e altri progetti interessanti aspettano la mia traduzione italiana, ma so bene quanto sia importante continuare a formarmi e ad aggiornarmi. È vero, la vita da freelance è sicuramente ricca di scadenze da far combaciare e di incombenze di vario tipo da gestire, però non vedo l'ora di scoprire cos'ha da offrirmi questo nuovo anno lavorativo. You may have noticed that I changed my profile picture. 😊
I think this new photo better represents me at this time of year and, overall, at this moment of my life. Profile pictures, in fact, play a key role in defining how we see ourselves and how we want to be perceived by other people. It's summer, and I want to embrace all the beautiful colours life has to offer. 🎨 🤔 Chi legge le nostre traduzioni?
È una domanda che dovremmo porci mentre lavoriamo. Nelle tante ore trascorse davanti al PC, non dovremmo dimenticarci che le nostre parole saranno lette o ascoltate da persone in carne e ossa. Persone che, grazie alla nostra traduzione, potranno avvicinarsi a un autore, a un film o a un'intera cultura. Lo ammetto, un po' mi sale l'ansia quando penso al famoso spettatore o spettatrice che si ritroverà, magari nel giro di pochi giorni, a usufruire della versione italiana di un certo prodotto proprio con l'accompagnamento delle mie parole. Eppure credo che questo sia fondamentale per non adagiarci mai sugli allori: è vero, dall'altra parte dello schermo c'è qualcuno pronto ad apprezzare il nostro lavoro, ma questo qualcuno potrebbe potenzialmente individuare piccole inesattezze sfuggite sia durante la traduzione sia durante la revisione e tutte quelle cose che, una volta notate, ci fanno morire dentro. La perfezione non è di questo mondo e non possiamo vivere con l'ansia che uno sconosciuto giudichi un intero lavoro in base a una virgola. Il mio è piuttosto un incoraggiamento a infondere le nostre traduzioni, soprattutto quelle più creative, di quell'anima che, altrimenti, le renderebbe semplici sequenze di lettere e parole. 😊 POV: sei una traduttrice e dici sempre "traduzione" al posto di "tradizione".
😁 Il mio 𝒍𝒂𝒑𝒔𝒖𝒔 𝒍𝒊𝒏𝒈𝒖𝒂𝒆 più frequente riguarda la parola traduzione e il verbo tradurre, su questo non ci sono dubbi. Nel parlato, infatti, ogni tanto mi capita di infilare involontariamente un riferimento al mondo della 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, anche quando non parlo affatto del mio lavoro. Approfitto di questa ammissione di colpa per tirare in ballo proprio 𝒍𝒂𝒑𝒔𝒖𝒔, participio passato del verbo latino "labi", cioè 𝐬𝐜𝐢𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞. È una parola che mi ha sempre affascinata, visto che indica uno scivolamento, una caduta. 😊 Avete anche voi un lapsus linguae o un lapsus calami ricorrente? Fatemelo sapere nei commenti! Il non detto, l'incomunicabilità fra singoli individui, le barriere culturali, la differenza di età.
Questi sono solo alcuni degli elementi attorno a cui ruota Lost in Translation (2003), considerato uno dei film più amati da chi si occupa di traduzione. La pellicola di Sofia Coppola esprime perfettamente il senso di frustrazione che deriva dal non trovare le parole giuste, oltre che la percezione di una distanza, a volte abissale, fra le persone e i loro mondi. E forse la traduzione è proprio questo, provare a colmare l'enorme vuoto che sembra dividerci, cercare di rendere nella nostra lingua un sentire che è altro da noi. Tradurre le intenzioni, i sentimenti e le necessità dell'altro è però un'azione che facciamo nella vita di tutti i giorni, anche senza scomodare lingue o culture diverse. Amo la traduzione perché crea ponti e avvicina realtà distanti. Eppure spesso avverto, nel lavoro così come nella quotidianità, l'innegabile presenza dell'intraducibile, quella parte di linguaggio verbale e non che proprio non ne vuole sapere di lasciarsi decifrare. Sono comunque convinta che, pur con tutti i limiti imposti dalla comunicazione e dalle nostre inevitabili diversità, la traduzione debba continuare a essere affidata all'essere umano. È vero, tradurre a volte significa lasciar andare termini, concetti o immagini che non riusciamo a traghettare dall'altra parte, ma anche questo fa parte del gioco. «Viviamo tutti sotto lo stesso cielo».
Oggi Public Affairs Office in the Sky sbarca su Netflix! Rika Inaba (Yui Aragaki), reporter ambiziosa e ribelle, ha il compito di seguire da vicino la forza aerea di autodifesa del Giappone. È così che incontra Daisuke Sorai (Gō Ayano), un ex pilota di caccia che condivide il suo stesso disincanto nei confronti della vita. Accomunati da aspirazioni fallite, i due intraprendono un viaggio alla ricerca di nuovi sogni. Ho avuto il piacere di tradurre e sottotitolare in italiano questa serie tratta dal romanzo Soratobu Kouhou di Hiro Arikawa. I suoi personaggi ben caratterizzati e la delicatezza nel trattare alcuni temi sono i punti di forza di questa serie del 2013, che ci insegna a guardare con una prospettiva diversa tante cose spesso date per scontate. Sailor Moon
hai la notte in te Principessa di un regno che non sai dov'è Se ho scelto di lavorare come traduttrice di audiovisivi, in parte è merito di 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐕𝐚𝐥𝐞𝐫𝐢 𝐌𝐚𝐧𝐞𝐫𝐚. Sarebbe riduttivo raccontare in poche righe il suo enorme contributo alla 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐨𝐩 degli ultimi quarant'anni, ma come millennial mi sento in dovere di rendere un piccolo omaggio a questa grande figura. Ogni volta che cantate a squarciagola le sigle di cartoni animati come 𝑫𝒓𝒂𝒈𝒐𝒏 𝑩𝒂𝒍𝒍 o 𝑺𝒂𝒊𝒍𝒐𝒓 𝑴𝒐𝒐𝒏, sappiate che è merito suo. Non solo perché ha scritto, come paroliera, i testi delle sigle che hanno accompagnato l'infanzia di un'intera generazione (e già questo sarebbe molto), ma perché ha letteralmente portato il 𝐆𝐢𝐚𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞 in Italia e capito il potenziale di 𝐂𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐃'𝐀𝐯𝐞𝐧𝐚 come interprete di tantissime di quelle sigle. Certo, molti anime sono arrivati al pubblico degli anni '80 e '90 con pesanti tagli o modifiche. La censura, infatti, non ha risparmiato tematiche, scene e personaggi ritenuti inappropriati per i giovani spettatori. Fatta questa doverosa premessa, ci tengo a ringraziare Alessandra Valeri Manera per aver acceso in tanti bambini e bambine la passione nei confronti della cultura giapponese. Quella passione è viva ancora oggi e, anzi, mi sembra dilagare più che mai. Mi dispiace solo non averla conosciuta, l'avrei sicuramente tempestata di domande. Grazie, Alessandra, a nome dei piccoli nerd che hai contribuito a crescere! 😊 Vivere il presente.
😊 Di tutti gli esercizi e le azioni quotidiane, credo che vivere il momento presente sia sempre la sfida più difficile. Pensare solo a quello che stiamo facendo, senza lasciarci distrarre dai programmi, dalle scadenze che incombono e dagli stimoli esterni è sicuramente una bella lotta. 💻 Ci sono giorni in cui concentrarsi sui singoli obiettivi risulta più facile, altri in cui viene voglia di fare mille cose contemporaneamente, altri ancora in cui sembra davvero impossibile dire alla testa di starsene lì e di non andare a zonzo. Lavorare da casa e avere la totale gestione del proprio tempo implica anche questo, riuscire a non sradicarsi dal presente. 🧘♀️ Lo yoga mi aiuta tantissimo a recuperare la concentrazione nei giorni "no", ma ognuno di noi ritrova la giusta motivazione come preferisce. E siccome non amo prendermi troppo sul serio, eccomi a meditare (male) insieme a due amiche e compagne d'avventura nello yoga. La tuttologia è una scienza che lascio volentieri a Pico De Paperis.
Post semiserio dedicato a chi pensa di poter offrire servizi che spaziano dalla traduzione giuridica alla cucina molecolare, passando per la pittura acrobatica e l'entomologia. Specializzarsi, a mio parere, è essenziale per lavorare con serietà e per presentarsi ai potenziali clienti in modo credibile. Meglio conoscere pochi ambiti, insomma, ma padroneggiarli come si deve. Non è possibile imbattersi in annunci di lavoro in cui il candidato o candidata sostiene di saper tradurre da e verso qualsiasi combinazione linguistica e di avere competenze in venti settori diversi. Adoro Pico De Paperis, il plurilaureato di Paperopoli, però lascio a lui la conoscenza di tutto lo scibile papero e umano. ---------------------------------------------- Sono 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐚, traduco i tuoi contenuti dall'𝐢𝐧𝐠𝐥𝐞𝐬𝐞 e dal 𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐞 verso l'𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨, la mia lingua madre. Non ti prometto unicorni, ma 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 e 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐢 a regola d'arte. Localizzo 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨𝐠𝐢𝐨𝐜𝐡𝐢 e 𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐰𝐞𝐛. Vuoi saperne di più? 📩 [email protected] 💻https://www.francescaperozziello.com/ "No, non mi disturba affatto, mi dica".
Una qualsiasi giornata nella vita di una traduttrice o di un traduttore freelance: - traduci, fai ricerche, revisioni - rispetti le scadenze - ti aggiorni di continuo - fai rete - tieni la contabilità - pubblicizzi i tuoi servizi (marketing, croce e delizia del freelance) - ricominci da capo Poi squilla il telefono nel bel mezzo di una traduzione urgentissima e tu rispondi con la massima cordialità, anche se dentro stai malissimo. Tanto si sa, lavori da casa, lo sanno tutti che puoi interrompere in qualsiasi momento quello che stavi facendo. 😑 POV: You're home alone, typing on your keyboard, and you ask your cat for advice on the translation you're about to deliver.
Non esiste un unico metodo di traduzione.
Penso che ogni traduttore e traduttrice preferisca adottare una strategia del tutto personale. In alcuni casi può essere una tecnica presente fin dall'inizio della professione, in altri si può arrivare a consolidarla in seguito ad anni di pratica, traduzione dopo traduzione, consegna dopo consegna. Io, per esempio, amo dividere il mio lavoro in due momenti ben distinti. C'è una prima fase, che io chiamo "fase irrazionale": in questo stadio traduco di getto, cercando di entrare in sintonia con il testo che ho davanti e senza giudicare eccessivamente quello che faccio. Per me conta respirare con il testo, coglierne il tono e il suo modo di rivolgersi al destinatario, senza soffermarmi troppo sui particolari più tecnici. Nella seconda fase, che io definisco "fase razionale", disattivo il mio lato creativo e attivo invece la perfida gemella addetta alla revisione. Leggo il testo come se fosse stato scritto da un'altra persona, ne giudico con severità eventuali refusi o passaggi poco chiari, ricerco in modo maniacale i riferimenti alle fonti e mi assicuro che tutto il testo sia caratterizzato da un'indispensabile coerenza. La gemella buona e quella cattiva riescono ad andare d'accordo e per ora non hanno mai litigato, anche perché l'una è indispensabile all'altra.😊 E voi come traducete? Quale metodo o metodi adottate per tradurre? Fatemelo sapere nei commenti! "Volevo ringraziarti per la tua traduzione, mi sono emozionata tantissimo e ho potuto apprezzare questa serie tv grazie al tuo lavoro. Guardo serie asiatiche da anni ormai e trovare traduzioni belle è davvero raro."
Qualche giorno fa ho ricevuto questo bellissimo messaggio da parte di una spettatrice di Orange Days, dorama giapponese che ho tradotto per Netflix alcuni mesi fa. Ecco, io penso che messaggi come quello appena riportato diano senso al nostro lavoro. Noi traduttori e traduttrici siamo esseri solitari, strani eremiti che trascorrono le giornate a parlare con i personaggi mostrati sullo schermo, cercando di entrare completamente nel loro modo di pensare e di esprimersi. Nulla mi rende più felice di sapere che, da qualche parte in Italia o nel mondo, una persona ha potuto apprezzare un determinato prodotto audiovisivo grazie alla mia traduzione, specialmente se il prodotto in questione ha emozionato me per prima! La prossima volta che vi troverete a provare queste sensazioni dopo aver usufruito di una serie TV, videogioco o film, non abbiate paura di scrivere alla persona che ne ha curato la traduzione italiana: la renderete sicuramente molto felice! Sì, lo ammetto, ho un debole per i meme a tema Sanremo, anche se il festival è passato da un pezzo. 😊
🙄 Un chirurgo non entra in sala operatoria pensando di essere abbastanza bravo.
Un muratore non costruisce una casa pensando che la malta e i mattoni si leghino abbastanza bene fra loro. E allora perché, quando parliamo di professioni creative, non dovrebbe valere la stessa regola? Perché accontentarsi di risultati abbastanza soddisfacenti, se si può puntare al massimo? Questo post polemico va in due direzioni. La prima è ovviamente una frecciata nei confronti di chi, invece di rivolgersi ai professionisti, si accontenta di lavori mediocri, magari svolti da chi non esercita nemmeno una determinata professione. La seconda polemica è rivolta a noi, i professionisti stessi, perché spesso sembriamo non capire il valore del nostro lavoro. Non voglio dire che dovremmo vantarci ogni due secondi dei risultati raggiunti, ma perlomeno darci una piccola pacca sulla spalla e pensare al contributo fondamentale che diamo a un certo lavoro o settore. 💪 I am thrilled to announce that I won the 32nd 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐬𝐥𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭 "𝐌𝐨𝐯𝐢𝐞 𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭" held by ProZ.com!🎉
Thank you for this great opportunity. 😊 It's been a pleasure to take part in the 𝐄𝐧𝐠𝐥𝐢𝐬𝐡 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧 competition and I hope to participate in the next contests. 👿 Revisionare la propria traduzione: un passaggio da fare con cattiveria.
Non so voi, ma in fase di revisione mi accorgo di essere particolarmente critica nei confronti delle mie stesse traduzioni. Quando riapro un testo, che di solito lascio decantare per una notte prima della consegna, mi rendo conto di giudicare la traduzione con pignoleria e, perché no, con una buona dose di astio. Sarebbe interessante studiare il meccanismo psicologico responsabile di tanta rabbia verso le nostre stesse traduzioni! 😄 Eppure, sotto sotto, credo che questa "rabbia" nei confronti delle nostre stesse scelte traduttive sia fondamentale per consegnare un prodotto finito soddisfacente e scorrevole nella lingua d'arrivo. Cosa ne pensate? 😊 Ah, hai una laurea! Bene, allora non dovrai mai più studiare.
Falso. 📚 Se, come me, lavori nell'ambito della traduzione, saprai che non si finisce mai di imparare. Lo studio e la ricerca fanno parte del nostro mestiere ed è impossibile pensare di continuare a offrire servizi degni di questo nome senza un costante aggiornamento. 🔬La scorsa settimana ho intrapreso un nuovo percorso di formazione insieme a Lorenza Oprandi, che mi guiderà alla scoperta della traduzione medica e biomedica. Ogni ambito della traduzione ha un suo lessico specifico e un modo preciso di rivolgersi ai destinatari: non ci si può improvvisare esperti ed esperte di un determinato settore! 🔮Sono molto curiosa e anche un po' emozionata, ma non vedo l'ora di addentrarmi in questo percorso di formazione. Anche voi state imparando qualcosa di nuovo? Fatemelo sapere nei commenti! 😊 🎬 Lo confesso, amo i sottotitoli.
E no, non lo dico solo perché il sottotitolaggio è uno dei principali servizi che offro. 📺 La verità è che, nel corso degli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per i sottotitoli, tant'è che ormai rappresentano per me l'unico modo possibile per fruire dei vari prodotti audiovisivi. Il piacere dato dal naturale fluire della lingua originale di un video è qualcosa di prezioso e incalcolabile, anche quando la lingua parlata dagli interpreti non rientra fra quelle che ho studiato. Adoro sentire i diversi accenti, le inflessioni e il lavoro certosino che sta dietro all'emissione vocale di una certa frase, o persino di una singola sillaba. 🎭 Mi piacciono i giochi di parole, quelli che colgo da sola e quelli che comprendo solo grazie all'aiuto del traduttore o traduttrice che mi ha permesso di apprezzare il film, serie TV o videogioco grazie al proprio lavoro. E tu che rapporto hai con i sottotitoli? Fammelo sapere! 😊 - Where did you learn our language?
- I listened. This quote is from 𝙏𝒉𝙚 13𝙩𝒉 𝑾𝙖𝒓𝙧𝒊𝙤𝒓 (1999) by John McTiernarn, starring 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐁𝐚𝐧𝐝𝐞𝐫𝐚𝐬. I think it perfectly embodies the dream of learning new languages by listening to native speakers. 😁 Have you ever dreamed of learning or improving a language this way? 🎬 Il 15 febbraio è uscita su Netflix la serie 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐫𝐚.
L'avvocato Kenji 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐫𝐚𝐠𝐢 (Hiroshi Abe), un tempo molto famoso e ora senza il becco di un quattrino, viene chiamato a salvare una scuola privata sull'orlo della bancarotta. Per impedire la chiusura della scuola, Sakuragi e la sua ex alunna 𝐍𝐚𝐨𝐦𝐢 Mizuno (Masami Nagasawa) devono riuscire a formare un gruppo di studenti e studentesse che vorrebbero frequentare la più prestigiosa università del Giappone. Se amate 𝑳'𝒂𝒕𝒕𝒊𝒎𝒐 𝒇𝒖𝒈𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆 e i racconti di formazione, Dragon Sakura è davvero imperdibile! Sono felice di aver 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 questa serie avvincente, in cui certo non mancano gli spunti di riflessione sul ruolo della scuola e degli educatori in generale. La velocità conta più della qualità? Sinceramente... io dico di no! È vero, le scadenze devono essere rispettate e ci sono alcuni progetti più urgenti di altri. Detto questo, la qualità richiede tempo. Non sempre la traduzione consegnata in fretta e furia è quella migliore, anzi... Soddisfare deadline irrealistiche compromette la qualità complessiva della traduzione e, di conseguenza, la soddisfazione del cliente finale. Come evitare di consegnare pastrocchi? Semplice, bisogna dialogare! Lo so, non è sempre facile chiedere di avere più tempo a disposizione, specialmente se lavoriamo con agenzie, ma ciò che conta è l'accuratezza del nostro lavoro. Lo dice anche il proverbio: "La gatta frettolosa fa i gattini ciechi". 😊 ----------------------------------------------------------- 💎Cerchi una traduzione 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 a regola d'arte? Ci penso io! Sono Francesca Perozziello e localizzo i tuoi contenuti dall'inglese e dal francese verso l'italiano, la mia lingua madre. 📩 Contattami per parlare del tuo progetto: [email protected] 💡 Translators hate translation tests.
Usually, translators are not happy to take translation tests, especially if they are urgent and unpaid. As language professionals, we believe these trials aim to waste our time and energy. However... Have you ever tried to see translation tests as a test YOU put your potential clients through? Here below are three types of clients you should avoid like the plague: 💀 ❌ A client who wants you to complete the test in two hours but sends you the results after two months. ❌ A client who expects you to translate ten different types of texts without giving you any context. ❌ A client who sends you a test unrelated to your specialization fields, even if you're applying for a specific role. So, do you still think translation tests are a trap for translators? 😊 |
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